Schabowski era portavoce del governo della Germania orientale nel 1989, nel pieno delle proteste popolari che stavano investendo tutti i regimi comunisti d'Europa. La Ddr aveva deciso di rendere più agevole per i suoi cittadini i viaggi verso l'Europa occidentale, dopo mesi di proteste di massa e un crescente esodo verso l'Ovest attraverso l'Ungheria, che aveva già aperto le frontiere con l'occidente.
Il 9 novembre 1989, il segretario generale del sed Egon Krenz informò i principali dirigenti del regime che una nuova legge sui viaggi dei tedesco-orientali era stata appena adottata. Durante una conferenza stampa, iniziata quel giorno alle ore 18, Schabowski comunicò la legge sulle stop alle restrinzioni, senza entrare nei particoli sui tempi.
L'allora corrispondente dell'Ansa Riccardo Ehrman chiese a Schabowski quando le restrizioni sarebbero state eliminate. La risposta del funzionario tedesco - colto di sorpresa e senza chiare indicazioni a riguardo - fu che, per quanto ne sapesse, erano già in vigore. E Ehrman oggi ricorda quel giorno: "Io diedi la spinta a Schabowski e lui la diede al sistema.... Dopo la fine della Ddr fu considerato da alcuni un 'traditore'. Così lo definì l'allora deputato Gregor Gysi. Questo, probabilmente, proprio perché Schabowski diede la spinta materiale alla caduta della DDR. Ma delle nuove regole non era neppure a conoscenza: infatti per rispondere alle mie tre domande, dovette leggere il fogliettino di appunti, che gli era stato consegnato poco prima della conferenza stampa".
La fine della DDR, spiega ancora Ehrman, gli provocò "una grave crisi, che poi ha avuto un impatto anche sulla sua salute". "Sperava in una Germania costituita da una federazione di due Stati, ma questo non accadde per l'abilità di Helmut Kohl".
FONTE: www. repubblica.it