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Anche il caffè sotto la lente dell’Oms

Anche il caffè sotto la lente dell’Oms

Il clamore suscitato dalla pubblicazione dello studio dell’Iarc che ha messo le carni lavorate tra le sostanze cancerogene potrebbe ripetersi fra qualche mese su un altro alimento fra i più amati, il caffè. Nell’agenda dell’agenzia, infatti, si legge sul sito, c’è una valutazione di questa e altre «bevande molto calde», per cui sono già iniziate le procedure. 

 

Il primo meeting degli esperti, previsto nella settimana tra il 2 e il 9 febbraio 2016, riguarderà un elenco preliminare di sette molecole tra cui una della classe dei bisfenoli, già conosciuti perchè interferiscono con alcuni ormoni umani, la dimetilformammide, uno dei principali solventi usati nelle reazioni chimiche e l’idrazina, che fra i vari utilizzi ha anche quello di propellente per alcuni tipi di razzi. Tra il 24 e il 31 maggio 2016 verrà affrontato invece dagli esperti dell’Iarc il tema «Caffè, mate e altre bevande molto calde». Per questa monografia la fase di raccolta dati, in cui chiunque può segnalare studi scientifici riguardanti la cancerogenicità, si chiuderà il prossimo 22 aprile, mentre la ricerca degli esperti che faranno la valutazione si è chiusa lo scorso 25 settembre. 

 

L’indicazione di rivalutare gli studi sul caffè e le altre bevande calde viene da un panel di esperti convocati dalla stessa Iarc, che nel 2014 ha definito, e descritto su Lancet Oncology, le priorità dell’agenzia nel periodo 2015-2019. Tra le altre sostanze su cui indagare la commissione ha indicato le carni, che sono state appunto oggetto dell’ultima monografia, l’aspartame, i supplementi a base di ferro ma anche l’obesità e il lavoro su turni. In realtà per il caffè si tratta di una «rievaluation», che segue quella fatta nel 1991 che lo aveva messo nel gruppo 2B, quello dei «possibly carcinogenic». «C’è una evidenza limitata - avevano concluso all’epoca gli esperti - che il consumo di caffè provochi il cancro alla vescica, mentre gli esperimenti escludono una cancerogenicità per mammella e stomaco, e c’è una evidenza inadeguata per altre parti del corpo». 

 

Il caso delle carni non è il primo a scatenare le polemiche contro le valutazioni dell’Iarc. L’ultimo in ordine di tempo risale al 2013, quando l’agenzia ha messo i prodotti di combustione del diesel nel gruppo 1, quello a maggiore pericolosità, suscitando le ire dei produttori di auto.  

FONTE: www.lastampa.it
 

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      gen 15, 2023

TELEWIZJA SATELITARNA W WARSZAWIE

    Jan. 06, 2023       0 Comments

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